Negli ultimi sette anni, il numero di diagnosi di tumore al seno presso l’Azienda Ospedale Università di Padova è raddoppiato. Nel 2015, sono state seguite circa 200 pazienti, mentre nel 2021 il numero è salito a oltre 400. L’ attività è in costante aumento, e la Breast Unit di via Giustiniani, nota per la sua proposta di chirurgia oncoplastica personalizzata, nell’ultimo periodo ha visto un’impennata della ricostruzione autologa, quando possibile immediata.Questo approccio consente di ritornare a una “normalità” senza l’uso di protesi, ma utilizzando tessuti propri della paziente prelevati da altre parti del corpo per ricostruire il seno.
Alla Conferenza stampa di presentazione della Breast Unit dell’Azienda Ospedale Università di Padova erano presenti il Direttore Generale Dottor Giuseppe Dal Ben, il dottor Mirto Foletto, responsabile dell’unità di Day/Week Surgery, il dottor Fabrizio Meggiolaro, responsabile della Chirurgia senologica, e il professor Franco Bassetto, direttore della Chirurgia Plastica
“Grazie alla collaborazione multidisciplinare tra le squadre mediche, possiamo realizzare un piano terapeutico condiviso, basato sulle caratteristiche e le esigenze di ciascuna paziente”, sottolinea il direttore generale Dal Ben, “che va dall’asportazione del tumore alla ricostruzione del seno”. In generale, l’intervento viene eseguito con un breve periodo di ricovero, con una media di due giorni di degenza.
Nel 2022, presso l’Unità di “Day e Week surgery”, sono stati eseguiti 991 interventi, oltre a 12.700 visite ambulatoriali, di cui due terzi erano nel campo della senologia oncologica. “La chirurgia moderna mira alla dimissione precoce”, spiega il dottor Foletto, “allo scopo di ridurre lo stress chirurgico e favorire una ripresa più rapida. Questo si traduce in una maggiore qualità di cura per la paziente”. Attualmente, si tende a rimuovere il tumore e ricostruire il seno in un’unica seduta operatoria, che dura circa due se viene utilizzata una protesi ( Direct To Implant), eventualmente ricoperta da una matrice dermica ,mentre può avere un tempo variabile dalle 3 fino a 6 ore nel caso in cui vengano prelevati i tessuti stessi della paziente per la ricostruzione autologa con tessuto adiposo, peduncolata o microchirurgica della mammella. “Ogni donna viene seguita da un team di specialisti diversi”, aggiunge Meggiolaro, “e solo così possiamo ottenere risultati significativi in termini di prevenzione e sopravvivenza. Abbiamo attivato un ambulatorio oncoplastico per la valutazione e la condivisione del piano terapeutico chirurgico con le pazienti. Inoltre, collaboriamo da anni con gli screening dell’Ulss 6, e tutti i casi vengono discussi settimanalmente nel Gruppo Oncologico Multidisciplinare che si riunisce all’Istituto Oncologico Veneto (IOV)”.
Molte donne richiedono informazioni sulla rico struzione autologa per ottenere un risultato più naturale e duraturo. “Offriamo tutte le opzioni alle pazienti ,sia interventi con protesi di ultima tecnologia, che autologhe senza uso di protesi “afferma il professor Bassetto. “Oggi è possibile utilizzare il corpo umano come donatore ideale. Tra le tecniche più comuni ci sono la ricostruzione del seno utilizzando tessuto adiposo prelevato dall’addome o dai fianchi, o la ricostruzione con lembi muscolari addominale o gran dorsale.
Grande rilevanza sta assumendo la ricostruzione micro chirurgica immediata o ritardata con lembi perforanti prelevati dalla regione addominale o della coscia posteriore in pazienti + magre. In passato, il tessuto adiposo veniva considerato di scarso valore Oggi è diventato Organo Adiposo ,di grande interesse per le sue proprietà staminali. Tra le varie soluzioni ricostruttive si può inserire un espansore che viene progressivamente sgonfiato e sostituito con solo tessuto adiposo x una mammella più naturale che invecchierà’ con la paziente”