Dal 15 al 17 maggio 2023 si è tenuto il First International Workshop on Orthoplastic Surgery presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Il corso ha ospitato una Faculty internazionale di grande prestigio, coordinata da Marco Innocenti, direttore dell’Unità di Ortoplastica dell’Istituto Rizzoli di Bologna, insieme al Prof. L. Scott Levin, ortoplastico di Philadelphia, e al Prof. Joon Pio Hong, ortoplastico di Seul. Relatori i Key Opinion Leader mondiali dell’argomento, proveneienti da Stati Uniti, Corea, Spagna, Austria e Italia.
Il 16 maggio, il Prof. Bassetto ha presentato l’up to date della sulla sua esperienza nell’utilizzo di Terapia a Pressione Negativa e Matrici dermiche Acellulari nella chirurgia ortoplastica, presentando anche le recentissime raccomandazioni EWMA pubblicate in “New Technologies for Tissue Replacement”, positioning paper 2023 sull’argomento.
Con il termine “Chirurgia Ortoplastica” si intende l’approccio combinato tra Chirurghi Ortopedici e Chirurghi Plastici per il trattamento dei traumi ad alta energia dell’arto superiore e inferiore. In situazioni di emergenza, i pazienti con fratture traumatiche richiedono una stabilizzazione ossea da parte dell’ortopedico, che di solito viene eseguita con fissatori esterni. Tuttavia, questa procedura può limitare le possibilità di ricostruzione successive. Pertanto, è importante che il chirurgo plastico sia coinvolto fin dall’inizio, in modo tale da poter decidere collegialmente il miglior accesso alla fissazione esterna, al fine di poter preservare l’eventuale unità ricostruttiva locoregionale o il peduncolo vascolare utilizzabile per una futura ricostruzione microchirurgica.
Nell’immediato, per preparare correttamente la sede della lesione, che di solito è una frattura ossea esposta o tessuti contusi a causa del trauma, al fine di ricevere a breve termine la “soluzione definitiva” e di favorire la migliore gestione dei tessuti traumatizzati (damage control), è possibile utilizzare due approcci:
- La terapia a pressione negativa, che impiega un dispositivo che sfrutta il principio della meccanobiologia, descritto da Donald Ingber nel 1999, che permette di influenzare la vitalità delle cellule mediante stimoli meccanici o tensili, favorendo la formazione di un valido tessuto di granulazione con neoangiogenesi, riducendo l’edema, avvicinando i margini della ferita e, se necessario, fornendo un lavaggio ciclico della ferita mediante l’instillazione di soluzione fisiologica o soluzioni antisettiche per modulare la carica batterica presente e prevenire possibili infezioni. La terapia a pressione negativa viene mantenuta in sede per circa una settimana grazie all’instillazione, preparando così il letto della ferita per ricevere la copertura definitiva entro i primi 7-10 giorni, come suggerito dalle Linee Guida internazionali.
- Qualora, al momento della rimozione, il tessuto non si presenti ancora completamente ottimale, è possibile prevedere una fase intermedia attraverso l’applicazione di una matrice dermica acellulare prodotta dall’industria biotecnologica. Questo è derma di origine bovino, suino, ovino, equino, di pesce, il quale ha il compito di preparare il derma ad accogliere la copertura finale con innesto o lembo. Qualora tale matrice si degradi entro 14-21 giorni assumerà il nome di Sostituto dermico e potrà essere ricoperta di una lamina di silicone che consentirà il monitoraggio, nell’arco delle tre settimane successive, della formazione di idoneo pseudoderma; tale lamina verrà quindi rimossa intraoperatoriamente, al momento della copertura definitiva. In alternativa, la matrice dermica può essere utilizzata più volte nel corso delle settimane come biomedicazione, fino a ottenere un letto ideale; in questo caso non vi sarà la presenza di lamina di silicone, il tempo di degradazione sarà pari a 7-14 gg, e la matrice assumerà il nome di Bioinduttore del tessuto di granulazione. Grande vantaggio delle matrici è infine la possibilità di combinare la loro presenza con altre metodiche, quali la terapia a pressione negativa, proprio al fine di velocizzare ulteriormente il processo di Wound Bed Preparation.